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IBBR publication #1329

Le leguminose pugliesi: risultati del progetto SaVeGraINPuglia

Piergiovanni AR

In: “3° meeting del progetto SaveGraINPuglia: "Biodiversità di leguminose, cereali e foraggere di Puglia: risorse del passato per il futuro"”. Bari, 28-29 settembre 2015. pp. 12-12. (2015)

L’attività svolta nell’ambito del progetto SaVeGraINPuglia dai 21 partner del progetto ha permesso di strutturare in maniera organica informazioni di varia tipologia (storiche, agronomiche, genetiche, ecc) relative alle leguminose tradizionalmente coltivate in Puglia. La consultazione del materiale bibliografico conservato presso circa 100 biblioteche ha portato alla raccolta di una consistente documentazione storica relativa alle leguminose pugliesi. L’analisi di questo materiale permette di contestualizzare la coltivazione delle varie specie di leguminose ed in taluni casi di specifiche varietà locali sia in ambito geografico (coltivazione nell’intera regione o in ristretti areali) che in termini temporali (continuità della coltivazione nel tempo). Molte informazioni relative alle tecniche colturali, proverbi, ricette, usi rituali sono state raccolte attraverso interviste ad anziani agricoltori o durante la partecipazione a manifestazioni legate al tema della tutela della biodiversità vegetale. Il monitoraggio del territorio compiuto dal CNR-IBBR e da alcuni partner ha portato alla raccolta georeferenziata di circa 200 campioni che, come da progetto, stati catalogati e avviati alla conservazione ex situ presso le strutture deputate. L’attività di raccolta ha evidenziato una disomogenea distribuzione sul territorio regionale della coltivazione delle varie specie di leguminose. Ad esempio, la coltivazione di fava e cece è maggiormente diffusa nelle zone Murgiane e nel sud-est barese. Il fagiolo è presente in maggior misura nel comprensorio dei Monti Dauni, il pisello in ristrette zone del Salento. Il lupino è la specie meno coltivata in regione. Le varietà locali con una documentata tradizione sono risultate tutt’ora presenti nel loro areale tradizionale, sebbene in genere la produzione sia esigua e la coltivazione praticata da anziani agricoltori. Per tutti i campioni raccolti sono state compilate schede elaborate dal CNR-IBBR sulla base delle indicazioni riportate nel Piano Nazionale sulla Biodiversità e nelle linee guida di organismi internazionali. Solo su parte del materiale raccolto è stato possibile eseguire una caratterizzazione morfologica, genetica e nutrizionale. Azioni mirate di risanamento fitosanitario sono state compiute da alcuni partner. Tutti i dati raccolti (documentazione storica, interviste, foto 2D e 3D, schede descrittive delle aziende e del singolo campione) sono stati inseriti nella banca dati del progetto. Alcune delle aziende e degli agricoltori presso cui è stato reperito materiale di particolare interesse sono stati coinvolti nell’attività di conservazione in situ.

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